CONOSCERE I MECCANISMI PSICOLOGICI E’ FONDAMENTALE PER IL MEDICO: QUESTO E’ UNO DEI PIU’ IMPORTANTI E POTENTI

Immagina di chiamarti Amud e di avere circa 25 anni. Tanti di più non potresti averne perché la vita media è di poco superiore ai trent’anni. Siamo all’incirca nel 90.000 avanti Cristo. Niente male eh!

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Vivi lì nella savana, in una tribù di circa 100 altri uomini di Neanderthal (oggi saremmo costretti a dire 100 donne e uomini, ma allora ve ne fottevate della parità di genere). Diciamo circa una decina di gruppi famigliari che vivono insieme perché a vivere da soli, tra nemici, leoni, scorpioni e qualche mammuth distratto ogni tanto, saresti durato ben poco.

Ecco questo è proprio un punto fondamentale del problema,

oggi un tuo lontanissimo discendente può scalare una montagna da solo per giorni e al primo problema sfoderare un telefono satellitare e attendere comodamente che un elicottero pagato dallo stato lo vada a prendere. Allora non era proprio così, allora se eri da solo o te la cavavi molto bene o eri fottuto di brutto e normalmente… eri fottuto di brutto.

Torniamo a noi.  Con un linguaggio misto a segni e versi fai capire ai tuoi compagni di tribù che andrai a caccia con tuo fratello e porterai una bella bestia per tutti. Nella tribù tutti sanno che voi siete i cacciatori migliori per cui accettano lo scambio: loro si occupano di altre cose importanti come ad esempio evitare che i tuoi figli e quelli di tuo fratello vengano mangiati da qualche bestiola oggi in via di estinzione. Inoltre si impegnano a non violentare le vostre mogli.

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Ti allontani dal villaggio con tuo fratello trovi l’agognato gnu, lo uccidete ma poi compaiono due donnine preistoriche (sai… coi seni nudi e tutto il resto) della tribù vicina che vi fanno gli occhi dolci ed ecco che parte un rave party a 4 di sesso sfrenato e gnu grigliato che si prolunga per due o tre giorni. Intanto i vostri 98 compagni di tribù aspettano pazientemente il loro pasto.

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Cosa pensi che succederà quando vi vedranno tornare grassocci, goduti e puzzolenti di gnu alla griglia ma a mani schifosamente vuote?

 

Beh se vi va bene verrete cacciati a pedate consapevoli di ciò che succederà alle vostre mogli e vi ritroverete soli, e quindi fottuti, nella savana… nella peggiore delle ipotesi una lapidazione porrebbe fine alla vostra comunque breve vita.

Ora considera che l’essere umano è vissuto in queste identiche condizioni per 300 mila anni. E quindi ovvio che il suo, cioè il nostro cervello si sia evoluto secondo quelle regole, con il preciso scopo di non farci rimanere soli nella savana e di non farci lapidare. E l’unico modo per fare questo era essere COERENTI.

Se dici una cosa, la devi fare; se gli altri si aspettano qualcosa da te, tu la devi mantenere; se dici di pensarla in un  modo devi assolutamente dimostrare che continui a pensarla in quel modo.

 

Il nostro cervello per 300 mila anni è stato abituato al fatto che dovevamo, a tutti i costi, non tanto essere quanto sembrare coerenti.

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Ed era perfetto che fosse così.. 90000 anni fa. Perché le regole erano quelle e non ci voleva molto a impararle.

  • Se sfotti una tigre muori,
  • Se ti trombi la moglie di un altro o muori tu o muore lui dipende da chi è più forte,
  • Se rompi le palle a tuo marito muori,
  • Se nessuno caccia muoiono tutti
  • Se resti da solo nella savana o nelle foreste centroeuropee sei fottuto.

Diciamo che dal 300.000 AC al 1500 DC più o meno non è cambiato un cazzo nelle regole generali della vita dell’essere umano.

Quindi per un tempo infinitamente lungo il nostro cervello si è abituato a costringerci ad essere o sembrare coerenti in modo che la nostra famiglia e soprattutto la nostra tribù si fidassero di noi e noi potessimo sopravvivere. Si chiama selezione naturale. Chi sentiva la necessità di essere coerente sopravviveva e faceva figli coerenti. Chi geneticamente non sentiva la necessità di essere coerente era considerato un figlio di puttana e veniva escluso o ucciso. In entrambi i casi non aveva occasione di fare figli non coerenti.

Questo è esattamente il motivo per cui noi oggi sentiamo così forte la necessità di essere coerenti.

Si chiama principio di impegno e coerenza.

 

Non ci credi?

prova allora a pensare a quante volte nella vita adulta sei passato dall’essere di destra all’essere di sinistra o viceversa, quante volte nella vita hai cambiato religione o quante volte hai prontamente ammesso in pubblico di esserti completamente sbagliato. Poche vero?

E se questa era una cosa estremamente positiva in un tempo dalle regole molto stabili (nel quale tra il 200.000 AC e il 100.000 AC non era cambiato un cazzo), non lo è più oggi dove le regole cambiano da un giorno all’altro e in un sacco di piccolissime cazzate… prepariamo a spalla o a finire? O non prepariamo proprio? Mettiamo impianti ruvidi o impianti lisci? O impianti ruvidi col collo liscio? E li mettiamo sopra cresta, sotto cresta o a livello della cresta? Ma poi facciamo o no la pubblicità sanitaria? E la srl?… Magari la stp… forse stiamo più tranquilli.

Attenzione! Non ti sto dicendo che non si deve essere coerenti quando ci prendiamo un impegno morale o pratico. Sto dicendo che il bisogno di apparire coerenti a tutti i costi ci spinge ad errori valutativi quando sentiamo a tutti i costi la necessità di non cambiare idea o di difendere le nostre idee sbagliate del passato.

 

Quanto ti ho raccontato finora ha due pesantissime implicazioni. Una riguarda te, Stefano e me. L’altra riguarda te e i tuoi pazienti.

Partiamo dalla seconda.

Se non conosci i meccanismi con i quali funziona il cervello del tuo paziente sarai incapace di comunicare produttivamente con lui e ricorda che comunicare è una delle responsabilità del medico. Se diagnostichi un problema ma il paziente non ci capisce nulla e non decide di curarsi al meglio hai fallito come medico perché sarebbe come se tu non avessi fatto la giusta diagnosi. In entrambi i casi la patologia del paziente non verrà risolta.

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Ipotizziamo che il paziente abbia una parodontite avanzata. Arriva da te per un urgenza: gengiva gonfia. Quello che sa e che da tempo gli sanguinano le gengive e qualche dente muove. Non sa cosa lo affligge e in precedenza ha cercato, per le sue fisse mentali, qualcuno che gli risolvesse il problema del sanguinamento gengivale e della mobilità con l’omeopatia. Dopo qualche anno di “memoria dell’acqua” il problema è peggiorato e lui è capitato da te diciamo per un’urgenza ad agosto con un ascesso parodontale. Per fortuna l’omeopata ad agosto era in ferie e ora hai la possibilità di convogliare il paziente verso una terapia scientificamente supportata per il suo problema.

La diagnosi la sai, parodontite cronica avanzata.

Però puoi spiegarglielo in modo che lui poi inizi un corretto processo terapeutico o in modo che lui il 15 di settembre torni dall’omeopata.

Nel primo caso saresti un medico efficace nel secondo un medico, quantomeno, inefficace.

“Lei signor Rossi è stato parecchio ingenuo, non sa che l’omeopatia non ha alcun supporto scientifico? Diciamo che ha fatto la scelta sbagliata. Avrebbe dovuto rivolgersi ad un odontoiatra esperto nel trattamento della parodontite e … bla bla bla”

Ora, ricorda ciò che abbiamo detto prima. Per 300k anni gli antenati del Rossi hanno dovuto fare di tutto per apparire coerenti con il proprio pensiero, le proprie scelte e le proprie azioni. Cosa pensi che suggerirà il cervello (diciamo il sub conscio) del signor Rossi al signor Rossi mentre tu gli parli in quel modo?

“se abbiamo fatto quella scelta, quella scelta era giusta, ricorda dobbiamo essere coerenti!! Se no siamo fottuti! ricorda la savana, gli scorpioni, la lapidazione…”

Sapendo questo, molto meglio sarebbe, da parte tua, dire al signor Rossi:

“Signor Rossi sa, lei ha un problema che è molto poco conosciuto dalla popolazione perché i media non ne parlano, neanche a scuola ne parlano, tutti parlano della carie ma nessuno della parodontite… ovviamente lei non sapeva perchè le sanguinavano le gengive ed è perfettamente normale che abbia cercato quel tipo di soluzione. Oggi fortunatamente abbiamo a disposizione terapie che funzionano molto bene…. E bla bla bla”

Stesso concetto ma espresso nel rispetto della necessità del cervello di Rossi di apparire coerente con se stesso e con gli altri.? (ovviamente manca un po’ di logica nella frase ma fidati che lui non se ne accorgera!)

 

Anche tu ed io (vabbè dai anche Stefano) abbiamo questo problema. Quando leggi i nostri articoli sul management e quando verrai al corso DA ZERO ALL’IMPERO sarai in guerra aperta con il tuo cervello perché ti accorgerai che buona parte dell’organizzazione del tuo studio dentistico è sbagliata. Ora che conosci il principio di coerenza sai anche che è una forte limitazione alla crescita personale e professionale perché ci fa ristagnare nel laghetto delle nostre idee e opinioni precedenti.

 Dovrai quindi dire al tuo cervello

“Fottiti, caro mio. Qui non ci sono bestie feroci e nemici con la lancia. L’acqua esce dal rubinetto e la carne si compra al supermercato. Quindi sarò coerente quando dirò a mio figlio che lo accompagno alla partita e nel non tradire mia moglie ma sarò sempre aperto ad accogliere le novità per migliorare la mia vita e la mia professione. ADIOS!!”

 

Ultimo problema: Mercoledì scade l’offerta lancio per il corso di management odontoiatrico più SPACCAPRINCIPIODICOERENZA che esiste in Italia. Affrettati!

Non dirmi poi che non lo sapevi!

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A presto.

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