LA SEMPLIFICAZIONE NELLA RIABILITAZIONE FULL-ARCH

L’anno scorso ho tenuto con il mio odontotecnico ed amico Erik due corsi in clinica sulle riabilitazioni full-arch a carico immediato.

Ad ogni corso hanno partecipato circa 25 colleghi e ciò che ho potuto notare da una loro breve presentazione iniziale è stato che gli atteggiamenti dei vari partecipanti nella propria pratica clinica erano molto differenti e c’era molta insicurezza su quali fossero le reali possibilità operative.

La maggior parte di colleghi non eseguiva carichi immediati ma riabilitazioni con carico differito e ancora un numero rilevante non osava neppure eseguire riabilitazioni fisse e si limitava a riabilitazioni mobili a supporto implantare.

Quasi nessuno infine aveva in mano un protocollo standardizzato da attuare nella routine.

Diciamo che per molti colleghi questo tipo di riabilitazione era fonte di forte stress e ragionamenti continui che venivano ripetuti per ogni caso.

Ricordo molto bene il primo caso di all-on-4 superiore che feci nel 2007 appena tornato da un corso a Lisbona.

Il salto psicologico nel fidarsi a caricare immediatamente solo 4 impianti appena posizionati nel mascellare era rilevante ma mi avevano detto che funzionava e pur cagandomi letteralmente nelle mutande decisi di tentare.

Ricordo anche, come fosse oggi, lo stress e la stanchezza che accumulavo dopo quegli interventi. Allora avevo un anestesista smanettone che ha poi deciso di dedicarsi all’implantologia abbandonando l’anestesiologia, non ti nascondo che spesso lasciavo a lui l’incombenza di suturare e avvitare i transfer per andare a riprendermi in ufficio prima di ripartire con la fase protesica.

Questo atteggiamento nei confronti delle grosse riabilitazioni su impianti, che io stesso vivevo in passato, e che ho ritrovato nei miei corsisti, conduce a due conseguenze:

  • La tua enfasi nel proporre queste riabilitazioni sarà prossima allo zero. Anche se la tua razionalità vede benissimo i benefici per il paziente e le implicazioni economiche per il tuo fatturato… il tuo stomaco, e spesso il tuo intestino, vedono solo lo sguarone che ti assalirà prima e durante la procedura.
  • Immagina di chiamare due idraulici per un problema ad una tubazione. Il primo ti dice sereno: “tranquillo signor X. Il lavoro è semplice entro qualche ora sarà tutto risolto, dovrò aprire un piccolo accesso nel muro ma alla fine del lavoro sarà tutto ripristinato come prima”. Il secondo è dubbioso: “sa… questo è un vecchio tubo… non sono certo di avere i pezzi di ricambio… dovrei provare a guardare ma se poi mi trovo qualche problema… sa com’è? In queste case vecchie. Quello che è sicuro è che devo scassare tutto il muro e fare un bel po’ di sporcizia solo per cercare di capire qual è il problema… poi da lì vediamo un po’. Magari prima sento un collega per capire lui cosa farebbe”. A quale dei due appalteresti il lavoro?

Se ti dimostri sicuro e consapevole perché hai piena padronanza dei protocolli chirurgici e soprattutto protesici sarai in grado di vendere la giusta sicurezza e i pazienti saranno ben felici di farsi risolvere i problemi da te.

Se una volta queste grosse riabilitazioni erano fonte di stress e mi rovinavano letteralmente la giornata monopolizzando tutto lo studio per mezze giornate interminabili, oggi sono diventate procedure di assoluta routine che eseguo con il cervello in folle e che mi portano a risultati riabilitativi entusiasmanti non solo per il paziente, che è abbastanza facile da accontentare, ma anche per Erik e me che siamo tutt’altro che di bocca buona quando si parla di risultati estetici in protesi.

 Oggi non vedo l’ora che arrivino in visita pazienti che necessitano di queste riabilitazioni perché so che risolverò il caso impiegando in tutto (fino alla consegna del definitivo!) 2 ore e mezza della mia agenda senza il minimo stress e con risultati che porteranno i pazienti a fare molta pubblicità positiva al nostro studio.

 Differentemente da alcune tecniche di chirurgia avanzata che sono altamente operatore dipendenti e quindi difficilmente insegnabili, questo tipo di riabilitazione si basa su protocolli che sono perfettamente e semplicemente trasferibili.

 Quando ricevo messaggi come questo dai miei corsisti ammetto di provare un grande entusiasmo ed un grade senso di soddisfazione:

 Mesaggio

Il perfezionamento del protocollo ha infatti richiesto anni di duro lavoro, di errori e di discussioni con gli odontotecnici e i collaboratori ma ha portato ad una standardizzazione e ad una semplificazione che si possono traferire e che possono aiutare i colleghi a vivere con più serenità le grosse riabilitazioni su impianti.

Organizzeremo di nuovo il corso alla fine di quest’anno nelle date 25/26/27 ottobre.

Questa volta non avrò la possibilità di programmare due date quindi se ti interessa iscriverti ti prego di farlo al più presto.

Anche perché, seguendo le buone consuetudini di FORMAZIONE ODONTOIATRICA, per questo corso ti sarà possibile fruire di uno ottimo sconto se deciderai di iscriverti entro la fine di febbraio.

Tra l’altro questo è uno di pochi corsi che si ripagano da soli al primo intervento che farai (se non gestisci ancora questi casi) o alla prima riabilittazione che concluderai in un terzo del tempo (se già ti occupi di queste cose).

Anche il paziente ne trarrà grosso vantaggio evitando procedure infinite e contribuirà al passaparola positivo che farà crescere la tua credibilità!

Scrivi a info@formazioneodontoiatrica.it per iscriverti o avere maggiori info sulla promozione.

A presto

Federico

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